Fino al XVIII secolo il
calcolo degli eventi storici veniva effettuato in base al ciclo astronomico
delle stelle e dei pianeti e dalla successione naturale delle dinastie
regnanti. Attraverso Kant e l’Illuminismo la cronologia cessa di dipendere da
meri fenomeni naturali ed il tempo comincia ad essere misurato in sé e per sé,
nel contesto di una Filosofia della Storia e di una Filosofia della Cronologia.
Gli eventi cominciano ad essere categorizzati, razionalizzati ed intrecciati
tra loro attraverso uno schema logico. Comincia a comparire il determinismo
storico, ossia l’applicazione dei rapporti di causa ed effetto (principio di
causalità) agli eventi cronologici, che si svilupperà appieno con la
storiografia marxista.
Nel contesto della
razionalizzazione delle discipline umane e del positivismo scientifico si tende
dunque ad introdurre il concetto di epoche ed ere per suddividere in modo
intelligibile la Storia.
Nella sua analisi
storiografica, Koselleck si sofferma a lungo sul concetto di “Rivoluzione”. “Rivoluzione”
nel suo significato originario indica un “ritorno”, una rotazione di movimento indietro verso un punto di
partenza, dunque un movimento rotatorio, come quello di un pianeta. In termini
politici essa indica la rotazione delle forme di governo (cfr. Aristotele e
Polibio → πολιτειων ανακυκλωσις). Ogni Rivoluzione, terminata la
sua fase di affermazione e sviluppo, è seguita da una controrivoluzione che
culmina con una Restaurazione (cfr. Rivoluzione inglese, 1640-60). Koselleck si
rende conto della problematica storica di come descrivere esattamente le
sollevazioni, rivolte, insurrezioni, ribellioni, guerre civili: per esempio, la
Guerra dei Trent’anni (1618-48) fu una guerra civile all’interno del Sacro Romano
Impero o una guerra tra Stati sovrani?
Fino al 1700 il
termine Rivoluzione era impiegato come metafora per insurrezioni e rivolte. Con
l’Illuminismo il termine assume il significato di cambiamento radicale nei
riguardi di ogni aspetto sociale. Le osservazioni che Koselleck introduce sul
concetto di Rivoluzione sono varie:
- Dopo il 1789 il termine Rivoluzione è diventato un singolare collettivo, divenendo un concetto onnicomprensivo, metastorico e trascendentale.
- La Rivoluzione è legata al fenomeno dell’accelerazione temporale: essa desidera l’abbreviazione delle tappe storiche.
- La Rivoluzione è seguita dalla Controrivoluzione.
- Scopo della Rivoluzione politica è l’emancipazione sociale di tutti gli uomini, con dissoluzione del precedente paradigma socio-economico.
- La Rivoluzione ha portata universale: essa implica la Rivoluzione mondiale, senza compromessi (Cfr. Concetto di «Rivoluzione permanente» di Proudhon, Marx, Trotzkij).
- La Rivoluzione produce guerre rivoluzionarie, essa raramente è incruenta.
- Ogni Rivoluzione affronta il problema della legittimazione del governo rivoluzionario.
- Dopo il 1789 il termine Rivoluzione è diventato un singolare collettivo, divenendo un concetto onnicomprensivo, metastorico e trascendentale.
- La Rivoluzione è legata al fenomeno dell’accelerazione temporale: essa desidera l’abbreviazione delle tappe storiche.
- La Rivoluzione è seguita dalla Controrivoluzione.
- Scopo della Rivoluzione politica è l’emancipazione sociale di tutti gli uomini, con dissoluzione del precedente paradigma socio-economico.
- La Rivoluzione ha portata universale: essa implica la Rivoluzione mondiale, senza compromessi (Cfr. Concetto di «Rivoluzione permanente» di Proudhon, Marx, Trotzkij).
- La Rivoluzione produce guerre rivoluzionarie, essa raramente è incruenta.
- Ogni Rivoluzione affronta il problema della legittimazione del governo rivoluzionario.
Nell’affrontare il tema della teoria e del metodo della
determinazione storiografica del tempo Koselleck afferma la rilevanza del metodo
critico e filologico. Nel definire un concetto storico è rilevante
considerare il contesto dell’epoca e il significato semantico sincronico della
parola. Un esempio è costituito dal concetto di Stand-Stände (gli stati
d’Antico Regime) in opposizione a quello di classi, cittadini (Staatsbürger).
La lotta semantica per la definizione dei concetti politico-sociali è tipica
dei periodi di crisi. Dalla Rivoluzione francese in poi la lotta si è acuita: i
concetti non definiscono più un dato stato di cose, ma sono strumenti per
portare cambiamenti. Il nuovo ordine rivoluzionario conia neologismi
concettuali e compaiono gli –ismi (Liberalismo, socialismo, comunismo,
conservatorismo, ecc.).
Il percorso
intellettuale di Koselleck è dominato dall’idea della “Begriffsgeschichte”, ossia la storia dei concetti. La Begriffsgeschichte
rappresenta un metodo specifico per il criticismo delle fonti,
sottolineando l’uso della terminologia rilevante per l’analisi degli elementi e
fenomeni socio-politici. Al contempo, la diacronia è quella metodologia che
consente di ridefinire nel corso delle epoche, con le differenze intercorse, il
significato passato dei concetti. Invero, la profondità di un concetto può
essere apprezzata in pieno soltanto attraverso una sua analisi diacronica, e
non solo sincronica. Ad esempio, un concetto che nel XVIII secolo aveva un
preciso significato, può averne uno molto diverso nel XIX. Di conseguenza, ricostruendo in senso diacronico l’evoluzione storica di
un concetto si perviene al suo significato completo.
Per Koselleck
esistono tre gruppi di concetti socio-politici nel corso della Storia:
- Concetti tradizionali sempre validi (e.g. il pensiero politico
classico).
- Concetti che sono mutati radicalmente di significato pur mantenendo lo stesso involucro semantico (democrazia; impero; oligarchia; rivoluzione; ecc.).
- Neologismi che emergono con ricorrenza (comunismo; fascismo; socialismo; liberalismo; ecc.).
Secondo la teoria della Begriffsgeschichte, la terminologia socio-politica nella lingua
delle fonti storiografiche possiede una serie di espressioni che, sulla base
dell’esegesi e della critica delle stesse, si trasformano in veri e propri
concetti. Ogni concetto è associato ad una parola, ma non ogni parola è un
concetto socio-politico. I concetti socio-politici tendono a rivendicare uno
status di universalità e sono pertanto il concentrato di alcuni significati
fondamentali. Una volta coniato, un concetto contiene in sé, in termini
puramente linguistici, la possibilità di poter essere utilizzato in modo
generalizzato, ricollegandogli specifici significati ed esperienza costanti. La
coniazione di più concetti consente la successiva utilizzazione del metodo
comparato al fine di confrontare le rispettive similitudini e divergenze.
Riferimenti: Futuro passato. Per una semantica dei tempi
storici (Vergangene Zukunft. Zur Semantik
geschichtlicher Zeiten), 1979.
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