lunedì 29 gennaio 2018

Carteggio Seneca-San Paolo: Appunti


Carteggio Seneca – San Paolo








·    Carteggio Seneca – San Paolo (Epistolae Senecae ad Paulum et Pauli ad Senecam): 14 lettere, alcune attribuite a Seneca e altre a San Paolo, che attesterebbro l'esistenza di un'amicizia tra Seneca e l'apostolo Paolo. Questa idea trae la propria origine soltanto a partire dal IV secolo e proprio in virtù dell'apparizione in quegli anni di un epistolario attribuito ai due. E.g. San Girolamo ne venne a conoscenza nel 392 d.C.
·         Questione: Seneca cristiano? Nel Medioevo molti dotti lo ritenevano tale a causa del carteggio.
·         Presunta vicinanza dottrinale di Seneca al Cristianesimo: cfr. Tertulliano (De anima, ‘Seneca saepe noster’ = Seneca spesso è cristiano); Lattanzio (Seneca cristiano per sapienza).
·         Problemi: 1) Carteggio è autentico? 2) Seneca si convertì al Cristianesimo?
·         Diverse posizioni:  1) Alcuni critici sono convinti dell’autentiticà del carteggio; 2) altri hanno delle riserve; 3) altri sospendono il giudizio per lontananza nel tempo storico.
·         Sant’Agostino e San Girolamo: entrambi a conoscenza del carteggio > quindi parrebbe autentico; l’amicizia sarebbe quasi sicuramente vera; la conoscenza tra i due massimamente certa.
·         Epistolario pubblicato nel IX sec. da Alcuino e dedicato a Carlo Magno. Altri autori (Freculfo di Lisieux; Onorio d’Autun; Vincenzo di Brauvais; Ottone di Zuizinga; et al.) convinti di amicizia.
·         Pietro il Venerabile e Abelardo: citano le lettere senza dedurre che Seneca fosse divenuto cristiano.
·         Il domenicano Giovanni Colonna (XIII-XIV secolo): fa di Seneca un cristiano.
·         Boccaccio: S. Paolo aveva Seneca come compagno cristiano.
·         Dal XV sec.: Con il perfezionarsi della critica filologica ed umanistica contestazione del carteggio > e.g. Lorenzo Valla, Cecilio Secondo Curione, Giusto Lipsio > stile letterario non sarebbe aureo come il solito di Seneca.
·         Erasmo da Rotterdam: afferma che carteggio è falso e accusa S. Girolamo di malafede.
·         Cardinale Roberto Bellarmino: afferma che carteggio è falso, ma i due potrebbero essersi incontrati.
·         Tra XV-XVIII sec.: carteggio ritenuto generalmente falso.
·         Dal XIX sec.: ritorna ad essere ritenuto autentico e si pensa che Seneca fosse cristiano.
·         De Maistre: sicuro che Seneca abbia ascoltato S. Paolo.
·         Sicuramente Lucio Giunio Gallione, proconsole a Corinto, fratello di Seneca, conobbe S. Paolo (assolvendolo dalle accuse per diffusione nuova dottrina cristiana) e ne avrà parlato al fratello.
·         CRITICA MODERNA: Problemi: 1) E’ vera la corrispondenza?; 2) E’ unica (i.e. scritta da un unico autore)?
·         Per Momigliano e Barlow sono più autori; per Westerburg alcune lettere sono autentiche, altre no.
·         CRITICA CONTEMPORANEA: XX sec.: si riapre il dibattito. Punto di riferimento: Atti del convegno su Seneca e i Cristiani (Univ. La Cattolica, Milano, 1999) > Alcuni relatori: è un apocrifo del Nuovo Testamento; altri: è autentico: 1) ad Ostia iscrizione funeraria > alcuni parenti di Seneca (Annei) sono cristiani; 2) il carteggio è valido, ma due lettere sono tardive e forse apocrife.
·         Anche se Seneca era pagano, possedeva molto intuito cristiano (parla di déi).
·         Comunque lettere non parlano di teologia.
·         Erano originariamente scritte in latino o in greco? Per Pascal in greco. Ma non esisterebbero codici, versioni o traduzioni in lingua greca.
·         Socci: Paolo di Tarso e Seneca amici; epistolario non apocrifo ma autentico (tranne ultime 2 lettere).
·         Sicuramente affinità d’animo tra i due: amavano virtù e perfezione morale.
·         Entrambi uccisi da Nerone: chi da cristiano, chi da stoico.         
·         Ad oggi, corrispondenza è presente in oltre 400 manoscritti in latino (spesso dei sec. XIV-XV).
·         Certo che Seneca conobbe idee morali e dottrina cristiana di S. Paolo, e S. Paolo riconosce agli stoici coerenza morale e correttezza etica.
·        
·         LE LETTERE: Osservazioni:

1)      I LETTERA: S. Paolo chiama Seneca ‘fratello’ (frater).

2)      III LETTERA: Seneca vorrebbe far leggere gli scritti di S. Paolo all’imperatore Nerone.

3)      V LETTERA: Seneca afferma che S. Paolo ha fatto bene a separarsi dall’antica religione (pagana o ebraica) e ad abbracciare la cristiana, avendolo fatto non per leggerezza ma a ragion veduta.

4)      VII LETTERA: Seneca afferma di aver letto le lettere di S. Paolo ai Galati, Corinzi e Achei, e sostiene che tali lettere onorino la divintà (‘ut etiam cum honore divino eas exhibes’); afferma che lo Spirito Santo è in Paolo, espirmendo attraverso la bocca concetti tanto sublimi (‘Spiritus enim sanctus in te et super excelsos sublimi ore satis venerabiles sensus exprimit’); afferma che l’impratore si è commosso ad udire le parole di Paolo > Parole di Nerone: ‘E’ stupefacente che una persona priva di regolare istruzione possa esprimere tali pensieri!’ (‘mirari eum posse ut qui non legitime imbutus sit taliter sentiat’), al che Seneca rispose a Nerone che gli dèi parlano per voce di gente semplice.

5)      VIII LETTERA: Paolo rimprovera Seneca per aver parlato a Nerone e a Poppea della dottrina cristiana, esortandolo a non farlo più. L’amicizia tra i due poteva uscirne compromessa: forse teme per sè e per i confratelli cristiani.

6)      IX LETTERA (per alcuni XIV): Seneca si rattrista per le persecuzioni contro i cristiani dopo l’incendio di Roma (64 d.C.). Afferma che ogni male di Roma è attribuito o agli ebrei o ai cristiani, con conseguenti persecuzioni. Afferma di dover sopportare serenamente le avversità e le persecuzioni, finché la beautitudine eterna non ponga fine ai nostri mali (pensiero molto cristiano, ma anche stoico): ‘Sed feramus aequo animo et utamur foro quod sors concessit, donec invicta felicitas finem malis imponat’).

7)      XIII LETTERA: Di nuovo Seneca afferma che Paolo parla per grazia ed ispirazione divina.

8)      XIV LETTERA: Tra le più belle. Qui Paolo crede che il pensiero di Seneca sia stato illuminato da Dio. Gli chiede di tralasciare il paganesimo e di farsi testimone di Gesù Cristo – di cui, secondo Paolo, Seneca ha compreso la dottrina – e di esserne portavoce presso l’imperatore e la corte. (Se Seneca fosse riuscito a convertire Nerone, l’Impero romano sarebbe diventato cristiano quasi 300 anni prima, i.e. prima del 313 d.C. con Editto di Milano di Costantino > libertà religiosa per cristiani e del 380 d.C. con Editto di Tessalonica di Teodosio > Cristianesimo diventa religione di Stato).   


REFERENZE BIBLIOGRAFICHE: V. N. Pasqua, Lo Stoicismo e il pensiero cristiano, Chieti: Solfanelli, 2016. 

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